lunedì 20 dicembre 2010

"Intro" di Ludovico Pasinato


Raccontare una storia per quanto possa essere stupida, banale o assurda è sempre un compito molto arduo. Molti si cimentano in questo faticoso mestiere ma pochissimi hanno successo perché manca l’ispirazione, la scintilla giusta, improvvisa.
E’ per questo motivo che trovare un principio a questa storia è un’impresa inutile e insensata.
Piuttosto è importante capire cosa sia adesso, descrivendola, tentando di comprendere soprattutto i suoi aspetti più reconditi e misteriosi.
Questa storia non ha un inizio preciso e non ha neanche un termine stabilito. E’ così, semplice e bella come la sua esistenza. E’ la storia di nove giovani uomini; una componente eterogenea che però è anche un aggregato di consistenza assai dura e resistente.
E’ vero, ha delle crepe, delle imperfezioni, qualche falla eppure non cede.
Come dicevo nessuno è a conoscenza di come questo agglomerato, che potremmo appellare in tanti modi diversi, si sia riunito in un’unica forma.
Nove giovani uomini legati tra loro perché così hanno voluto (o forse non sanno neanche loro il perché!). Fatto sta che da qui sono partiti per il loro viaggio; e sono partiti davvero: Italia, Spagna, Francia, Atlantico, Adriatico, le Alpi; chi si dimostrava da subito entusiasta delle idee dell’altro, chi storceva il naso (ma alla fine partiva anche lui), chi faceva fotografie, chi disegnava, chi tentava di scrivere un diario, chi tornava a casa e chi arrivava dopo, chi si arrabbiava, chi faceva scherzi e poi li riceveva ma alla fine una sola cosa restava immutata e cristallina:
la voglia di stare insieme, di condividere tutti la stessa esperienza perché con questa si rafforzavano, si aiutavano, si implementavano delle capacità unitamente ai desideri.
Forse qualcuno si domanderà perché questo succeda.
Nessuno sa la risposta, non c’è una ragione ma a Noi piace così.
E questo vale più di cento valide motivazioni sensate.

VM

"Globe Trotter" di Cesare Zilio


Una delle cose che mi piace della nostra compagnia è che essendo composta da svariate persone spesso idee ed opinioni sono diverse e contrastanti!

Questo è sempre stato lampante ogni qualvolta si è dovuto decidere su che vacanza fare assieme! Si discute principalmente su come approcciarsi al viaggio, per essere concisi bisogna decidere se essere ‘globe trotter’ o, come dico io, ‘viaggiatori statici’! 

Personalmente ho sempre sostenuto la prima opzione! La maggior parte delle persone preferisce andare dove è già tutto organizzato o dove si è sicuri di star fermi in un luogo in cui la ‘festa’ è assicurata e quindi si riversa su villaggi, hotel o appartamenti in località rinomate per lo svago. Qui il periodo di villeggiatura è pensato principalmente per andare in discoteca tutte le sere, svegliarsi tardi la mattina/pomeriggio, mangiare ad orari solitamente improbabili e ovviamente, almeno per quanto riguarda la nostra compagnia, per impezzare tutte le ragazze carine o meno che circolano ad un raggio inferire di 5 metri da noi! Sicuramente è divertente e lo spasso è assicurato, però a questo punto io penso: sono forse cose che non riusciamo a fare anche durante l’anno?! Cosa facciamo di diverso i weekend in trasferta a jesolo o quando facciamo serata nelle varie città dove studiamo?! Scegliere questo tipo di vacanza sembra quasi essere un’estremizzazione di ciò che possiamo tranquillamente fare anche a casa e io sinceramente non ci sto, non è proprio il tipo di viaggio (se così può essere definito) che fa per me!

Dopo questa considerazione vi starete domandando quale sia allora il VERO VIAGGIO, quello per cui vale davvero la pena sprecare le proprie energie! Provate a scegliere una destinazione, una data di partenza e una di arrivo, organizzate con cura la preparazione del vestiario e del materiale da portare con voi, scegliete i vostri compagni di avventure e andate! In treno, in auto, in aereo, in bus, in autostop, a piedi, in barca, in canoa, in bici, con tutte queste cose assieme, non importa come, l’importante è andare e ‘sco……prire’ il mondo! Certamente in genere bisogna essere disposti ad adeguarsi di più, ad accettare più inconvenienti ed imprevisti e a fronteggiare situazioni  a volte spiacevoli. Inoltre è doveroso precisare che per ottenere risultati migliori è sempre necessario avere un progetto di massima ed informarsi sui posti più gradevoli dove andare. Poi però il disegno della vacanza si perfeziona e si cambia giorno per giorno,  modificato dall’evoluzione stessa dei fatti. Ovviamente non vuol dire che facendo così si debba rinunciare alla festa, anzi! Inoltre a volte, arrivando in momenti inaspettati, lo spasso diventa ancora più speciale ed unico! Penso che siano queste le vacanze che davvero rimangono impresse nella memoria delle persone come momenti mitici ed indimenticabili, come esperienze gioiose ed amene. Riferendo questo al nostro gruppo noto che, quando si ride e si fantastica sui viaggi fatti assieme in passato, quello di cui si conservano immagini e ricordi più vividi ed entusiasmati è certamente l’Interrail fatto in Spagna, sebbene sia stata l’esperienza che più ha provato molti fra noi.

Detto questo rivolgo un caloroso invito al gruppo ad intraprendere la prossima estate una vacanza avventurosa e dinamica, all’insegna della scoperta e, ovviamente immancabile e fondamentale, della patata!

VM

"Brainstorming" di Ottavio Fantin


Era da tempo che volevo fare un blogspot. Assieme a Ludovico e Matteo ci avevo parlato molto a proposito. Originariamente il blog si doveva chiamare con un altro nome. Ma dopo svariate proposte scartate siamo ritornati a quello che in fin dei conti ci rappresenta, più di ogni altro, a modo nostro.
Ora che tutto è finalmente sistemato e tutti hanno scritto il loro pezzo, mi ritrovo qui a pensare a cosa vorrei scrivere veramente. Credo sia giusto, in quanto prima cosa che scrivo in questo blog, renderti omaggio, visto che sono in pochi a sapere cosa rappresenti per me.
Era il 13 Marzo 2006. Da quel giorno guardo il mondo da un’altra prospettiva. Manifesto di vita. Mostro di energia. Foto argomento della mia tesina agli esami di maturità del liceo scientifico. Foto emblema del mio primo e unico libro di foto (“Upload your Dreams” – Maggio 2008). Qualcosa di più di un semplice scatto. Un cross che il destino mi ha fatto e che sono fiero di aver saputo prendere al volo. Un po’ come Van Basten nella finale degli europei del 1988. Ho capito che anche senza una macchina da ventimila euro si potevano fare grandi cose. Ho capito la potenza che la mia macchina da 2 megapixel poteva avere. Ho capito cosa intendeva Henri Cartier-Bresson dicendo che il vero fotografo è colui che riesce a  “porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi, e il cuore”. Mi ritrovai lì. Quasi spaesato di fronte a quello che avevo davanti. La sensazione era che il tempo attorno a me si fosse fermato. Di fronte a me solo pareti bianche e un’opera d’arte contemporanea: uno schermo lcd in cui si vedeva l’iride di un occhio ruotare incessantemente. Ad ammirarla quasi perplesse su una panchina vi erano due signore anziane. Rimasi colpito da quella scena. Sono attimi in cui ti rendi conto dell’infinità che hai di fronte. Due mondi diversi racchiusi nello stesso fotogramma. Il potere dell’arte contemporanea che con i suoi anedoti stimola la curiositas degli anziani, che si domandano che cosa rappresenti l’oggetto sulla quale stanno ponendo la loro attenzione. Il rapporto tra il contemporaneo e il passato. Di quante cose si poteva parlare con quel singolo scatto. Non sprecai un altro secondo, qualcuno mi stava parlando ricordo anche se non so di cosa. Accesi la macchina e con molta foga immortalai il tutto. Ebbi il tempo di fare uno scatto, poi le signore si alzarono e se ne andarono. Pensai che sarei potuto rimanere li per fare altri scatti magari aspettando che altre 2 signore anziane si siedano in quella panchina e scrutino quello schermo in modo così perplesso e simmetrico…ma nessuna foto avrebbe più avuto per me il significato che quello scatto aveva e tuttora ha. Mi trovavo al MoMA di New York quel 13 Marzo. Sono passati ormai cinque anni. Cinque anni che coltivo quello che per me è più di un hobby. Mai ti dimenticherò DSCN2481.jpg .

VM

"Il nostro concetto di amicizia" di Matteo Bariani

Ladies and Gentleman è giunto il momento di debuttare... come primo articolo volevo parlare della stagione Snow che sta per iniziare, invece ho cambiato idea! Parlerò di AMICIZIA!

AMICIZIA:  
"Con amicizia, da un punto di vista oggettivo, si indica un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. Da un punto di vista soggettivo, insieme all'amore, l'amicizia è un atteggiamento nei confronti degli altri, caratterizzato da una rilevante carica emotiva e fondante la vita sociale del singolo. In quasi tutte le culture, l'amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari, basato sul rispetto, la stima, e la disponibilità reciproca."

Questa è la definizione che troviamo se digitiamo la parola AMICIZIA su Wikipedia. Per me cos'è l'amicizia?!....
L'amicizia è spingersi a creare un sito per non dimenticare i momenti assieme, l'amicizia è nonostante la distanza per motivi di università essere sempre in contatto. Io sono onorato e orgoglioso della quantità e qualità di amici che ho. Vi confesso che l'anno scorso volevo partire e andare via ma non ce l'ho fatta, non sono riuscito ad abbandonare tutte quelle persone che mi vogliono bene e contano sulla mia presenza!
Ogni persona del nostro gruppo è diversa, ognuno ha i suoi pregi e difetti, ognuno ha il suo argomento e la sua funzione.. e vi assicuro che quando siamo tutti assieme il mix che ne esce è qualcosa di straordinario!
Quindi voglio ringraziare Otti per questa idea stupenda che ci da l'opportunità di esprimerci e di raccogliere delle idee e dei ricordi che se no potrebbero andare perduti!

Facce di culo vi giuro che questo sarà l'unico articolo a sfondo leggermente sentimentale, nel prossimo vi farò divertire! Speriamo in un buona la prima!

FUCK YOU ALL.

VM

"Sono indiscreto se ti scruto lo scroto?" di Marco Bonan


“Sono indiscreto se ti scruto lo scroto” è una rubrica che definirei proprio del cazzo nella quale si affronteranno argomenti abbastanza del cazzo.....Se non vi è ancora chiaro si parlerà di ortaggi.
Scherzi a parte, chi di noi  non ha...
Un amico che si interroga se sia meglio totalmente depilata o alla brasiliana
Un amico che al classico Lobster tube preferisce la pagina della tettona di facebook
Un amico che “prima di morire devo assolutamente fare la colazione portoghese”
Un amico che.. “La regola dell' amico è una cazzata”
Un amico che ogni momento è buono per parlare di figa
Un amico che stanco della solita routine sessuale va dalla morosa con una panetta di burro
Un amico che .. lo squirt esiste ed è ragione di vita
Un amico che pettinerebbe volentieri la morosa dell' amico
Un amico che chiama il proprio membro per nome.

Se ti senti chiamato in causa questa rubrica fa proprio per te.

Il primo argomento riguarda un problema tanto sottovalutato quanto grave: Il pene che puzza di merluzzo.
Navigando tra i vari blog ho raccolto una domanda da parte di una persona che cerca soluzione a questo brutto problema al quale tenterò di rispondere.

Da Yahoo Answers la richiesta di  Giovanni B 
Aiuto pene,Mi puzza il pene e non so cosa fare ?
D: Aiutoo!!Ho dei seri problemi non è uno scherzo.Quando mi scappello il mio pene puzza di merluzzo.La mia ragazza vomita sempre anche mentre lo facciamo.Anche dopo essermi lavato bene.Dopo averlo fatto la vagina della mia ragazza ha lo stesso odore, mi vergogno un po' non prendetemi in giro.Non so cosa fare.
R: Caro Giovanni, la risposta alla tua domanda sta proprio nella domanda stessa.
Il tuo pendolo sa di merluzzo ? Beh  Il merluzzo è un pesce, e come tale ha bisogno di acqua per non morire. Percui prova a mettere il tuo  merluzzo nell'acqua strofinandolo con sapone dal P.H non  superiore a 5.5 (Se non vuoi che la tua cappella diventi un accendi sigari) e sgrolla bene dopo avere fatto pipì. (Ma ricorda che dopo 3 sgrollate è una sega !). Questa è la soluzione migliore al tuo problema e sono sicuro che se seguirai questo consiglio, quando aprirai la mutanda per vedere se la tua lucertola si muove ancora non ti sembrerà più di essere al mercato del pesce del giovedì. Per i problemi mentali e non della tua fidanzata invece non c'è soluzione.
In simpatia

VM

"La ricetta del mese” di Alberto Filippucci


TORTA AL DOPPIO CIOCCOLATO “VECCHIE MANIERE”
Difficoltà: ***     Tempo: 90’

INGREDIENTI:
200g DI FARINA
200g DI ZUCCHERO
250ml DI PANNA ACIDA
1/3 tazza DI CACAO
2 UOVA
175gr DI GOCCE DI CIOCCOLATO FONDENTE
75gr BURRO
300gr DI ZUCCHERO A VELO
SCIROPPO DI MAIS q.b.
VANILLINA q.b.
BICARBONATO DI SODIO q.b.
LIEVITO q.b.
SALE q.b.


PREPARAZIONE
Per cominciare preriscaldate il forno a 180°. Unite quindi in una pirofila la farina, lo zucchero e il cacao miscelando i vari ingredienti; aggiungete due uova intere e sbattete il tutto con lo sbattitore elettrico alla massima velocità; quando l’impasto comincia ad essere omogeneo diminuite la velocità ed aggiungete 150ml di panna acida (non si trova in tutti i supermercati, per questo potere ovviare utilizzando al suo posto un vasetto di yogurt bianco). Poi fate sciogliere il lievito in un po’ d’acqua ed aggiungetelo all’impasto assieme ad un pizzico di sale, mezza dose di vanillina ed un cucchiaino di bicarbonato di sodio; questo servirà ad intensificare la lievitazione ed a rendere la torta ancora più soffice.

A questo punto stendete il tutto su due stampi da torta della stessa misura che avrete già imburrato ed infarinato, o ancor meglio foderato con della carta da forno. Dividete l’impasto in parti uguali così da andare ad ottenere due torte identiche tra loro che andremo poi a farcire. Infornate e impostate il timer a 30’.

Mentre le torte cuociono ci occupiamo della glassa. In un pentolino, a fiamma moderata, fate sciogliere le gocce di cioccolato assieme al burro fino ad ottenere una crema uniforme. Lasciate raffreddare per qualche minuto e poi versate in una pirofila piuttosto ampia. Versate quindi 100ml di panna acida, l’altra mezza dose di vanillina ed un cucchiaio di sciroppo di mais (è un dolcificante adatto ai dolci che si trova nei negozi specializzati e può essere sostituito da sciroppo di zucchero o acero). Con una spatola mescolate dal basso verso l’alto permettendo alla crema di areare ed aggiungete pian piano, stando attenti a non creare grumi, lo zucchero a velo (è consigliabile aiutarsi con un setaccio). Ecco che abbiamo quindi la nostra glassa a cui, a seconda dei gusti personali, possiamo aggiungere della cannella o, in previsione del dopo cena, del peperoncino.

A questo punto  non ci resta che creare un sandwich con le torte che abbiamo già preparato, ponendo tra l’una e l’altra metà della nostra glassa ancora tiepida e, sempre con l’aiuto della spatola, ricoprendo il tutto con l’altra metà, sia sopra che sui lati. Dopo un’oretta la nostra torta al doppio cioccolato “Vecchie Maniere” può essere servita.


VM

"L'evento del mese" di Luigi Tellatin


Sarebbe inutile stare qua a raccontarvi i soliti tediosi luoghi comuni sulle cene tra amici. Tanto gli ingredienti fondamentali sono sempre i soliti: figa, alcol, cibo in abbondanza e tanta voglia di far festa (abbiamo anche dimostrato che la musica non è indispensabile, è un sottofondo di puro abbellimento). Ovviamente bisogna mixarli per bene, ma non voglio convincervi che noi di VecchieManiere lo facciamo meglio, voglio spiegarvi come il tutto viene organizzato e realizzato, come noi creiamo il nostro spazio, la nostra cena e la nostra festa e, per citare uno che mi sembra sia famoso, “ai posteri l’ardua sentenza”: in pieno stile blog-spot sarete voi a darmi ragione o meno, a parole o a fatti!
Farò un po’ il Cece della situazione, cercherò di essere il più minimalista possibile!

1.    Un bel giorno d’inizio settimana, Gigi guarda il calendario, vede che non ha partita o altri impegni improrogabili per quel fine week-end, e pensa “Mmh, sì si può fare!”
2.    Inzia a scorrere la rubrica per stilare la lista dei “pochi” eletti (compito sempre arduo e ingrato); ci sono dei must da seguire: le ragazze non sono mai abbastanza, cerca di non dimenticarti nessuno e non fare torto a nessuno (di quelli che se lo meritano!), sii impassibile nei confronti delle continue richieste “posso portare…”, dimenticati degli scrocconi, ma ricordati che alla fine a casa tua entra chi vuoi tu, non è un bordello (sii anche consapevole che potrebbe esserci qualsiasi tipo di imbucato dal momento che sarai il più sbronzo di tutti!). In ogni caso, per quanti sforzi uno possa fare, per quante sollecitazioni possa mandare, la lista non è mai definitiva fino al sabato sera all’ora di cena!
3.    Dopo lunghi tira-e-molla, corteggiamenti (alle donne dubbiose), insulti (a Cece) e varie ai partecipanti, arriva l’ora della spesa. Di solito la vera cena alla nostra Maniera è l’immortale grigliata e devo dire che ho imparato una cosa: per quante cibarie uno possa comprare, non sono mai abbastanza! Io vado sul sicuro, costicine e salsiccia e non si sbaglia mai…ecco uno spera che 70 euro di spesa di carne possano bastare, ebbene si sbaglia! Ah, dimenticavo: piatti, bicchieri, tovaglie, posate (… posacenere, pentole, tappeti e qualsiasi altra cosa si possa sporcare) in carta. Il giorno dopo non è divertente lavare piatti per 30 persone, e poi bisognerà pur dare da lavorare a quelli dell’Etra!)
4.    Ora il piatto principale è organizzato, ma bisogna organizzare il resto. Si suddividono i compiti tra chi porterà dolci, chi da bere, chi da fumare (non faccio nomi), chi la musica, chi i manifesti della festa (perché le cose o si fanno seriamente o niente!)…tanto poi è una giungla, non si capisce più un cazzo, tutti si organizzano per i cavoli loro e stressano la vita al padrone di casa che, già preso da mille preparativi e cose da fare, manda tutti a cagare e li dice di arrangiarsi. Alla fine al solito ci si trova per una grigliata con più bottiglie di vodka e mentine che bozze di vino rosso. Ma alla fine questo è VecchieManiere. “E xe robe che…cossa vuto!!!”
5.    Sabato pomeriggio si allestisce tutto: la casa sembra il mercato di Marrakesh!! Tutto un via vai di legna, carne, vino, alcol, droga, carbonella, impianti stereo, stoviglie in plastica, persone, cani, suonate di campanello, telefonate, messaggi, patatine fritte, bidoni dell’immondizia: un casin insomma!
6.    Ore 19.00: tutto pronto. Manca solo Cece che (per una volta!) deve dare una mano a far da mangiare e ovviamente arriva 10 minuti prima di tutti quanti perché ovviamente era andato in canoa; Otti da buon web designer attacca con orgoglio e soddisfazione i suoi manifesti; la Checca fa finta di dare una mano; le bottiglie sono in fresca e le bronse e xe pronte. Ci siamo.
7.    Ore 20.00. Saltano i primi tappi, la gente arriva, i cuochi si sciolgono di fronte ad un camino che raggiunge le temperature di un altoforno per “cercare” di cucinare al meglio montagne di carne, iniziano le lamentele dei commensali affamati, Ludo arriva con 40 minuti di ritardo. Quindi è tutto nella norma, l’alcol incomincia a fare il suo effetto, la cena VecchieManiere sta per incominciare e “Let’s rock this house!”

Questo che vi ho fatto è pressappoco il riassunto di quello che ha anticipato il “II Festival dee costezine e dee Luganeghe”, ma ogni cena VecchieManiere nasce così.

Volutamente non ho voluto raccontarvi di come si è svolto il cuore della serata, di tutti gli episodi e delle gag a cui si è assistito, per due motivi. Il primo è che io non sono assolutamente la persona più indicata dato che ho vaghissimi ricordi della serata dal momento in cui mi sono staccato dal camino in poi: sì ero il più imbriago, l’ultimo ricordo prima di alzare bandiera bianca alle 2 e di abbandonare casa mia e mia sorella in balia del circo che avevo in casa, è la faccia inguardabile di Cece che vaga come uno spettro per il mio salotto, vestito da boscaiolo e con la giacca addosso da mezz’ora!! Il secondo motivo è perché il resto è storia: chiedete a chi c’era se abbiamo passato una gran serata assieme (mangiato bene o meno); chiedete a Chris che da un anno a questa parte credo di aver visto in giro un paio di volte, e in entrambe le occasioni mi supplicava di organizzare una grigliata di sole costicine e lambrusco; chiedete a Pucci, a Otti, al Bo, a Balù (che non voleva più andarsene da casa mia) se si sono divertiti (cito loro perché mi sono state raccontate delle scene in cui erano loro i protagonisti). Alla fine se mi sono giunte lamentele da qualche escluso, un motivo c’è. Credo di saperlo, ditemi voi se mi sbaglio: sono fiero di dire che noi di VecchieManiere sappiamo ancora gustare quelli che sono i veri  principi del divertirsi stando assieme. Una serata con pochi amici, qualche ombra de vin, tanta allegria, e il mondo è alla VecchiaManiera.

P.S. Mi ricordo benissimo invece il mal di testa del giorno dopo, e quello che restava della mia taverna e del mio salotto! Ma dopo ogni festa, quando, dopo aver finito di ripulire tutto, porto i “morti” nel cassonetto, penso alla prossima da organizzare, perché so che ne è valsa veramente la pena.

VM

"Il viaggio del mese" di Umberto Battaglia


Parlando con Roberto ed Elisa, bloccati a ciglio strada sul percorso che portava ad Orticoltura, con il buio, chiusi in macchina mentre aspettavamo Luis e Giacomo che arrivassero con una ruota di scorta, ci chiedevamo: “Ma quando sarò tornato e i miei amici mi chiederanno cos’è successo in Marocco? Io dirò “ma da dove iniziò”?”
Questa è la domanda che mi sono posto prima di cominciare questo pezzo. Da dove inizio?
Siccome la prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa discussione inizierò da come ci siamo ritrovati a farla, un po’ come i miei professori del liceo che quando consegnavano le verifiche, puntualmente incalzati da Michele Sonda, per non scontentare lui e quelli con il cognome che iniziava in A partivano dal centro.
Ovviamente ti sarai chiesto perché eravamo fermi su una strada in mezzo ai monti del Medio-Atlante ad aspettare una coppia di individui che doveva portarci una ruota di scorta.
Non ne avevamo già una in bagagliaio?
Per la verità nel bagagliaio ne avevamo due, tutt’e due bucate.
Si perché quella mattina dopo aver scoperto di esser stato assegnato in solitaria ad uno dei tre Sidi Maguild, per la precisione quello sul lago Wiwane, il cuore mi si è riempito di gioia.
Ma cosa sono andato a fare in Marocco?
Molti pensano che sia andato a drogarmi, invece mi sono impegnato in uno studio sull’interazione ambientale tra la foresta di cedri del Medio-Atlante e le scimmie che ci vivono.
Praticamente ogni mattina, dopo la sveglia alle 6, del nostro professore di Etologia e Psicologia Evoluzionistica, che era una canzone di….. appositamente modificata, ci si preparava e si scendeva in atrio dove ad ogni persona veniva assegnato un percorso in foresta (Transect), in coppia o solitaria, con vari nomi in base alla posizione di esso. Ecco che presso il lago Affenourir c’erano i transect Affenourir nord e sud,  vicino al cratere vulcanico di Ain Kahala i transect si chiamavano Ain Kahala nord, sud e ovest, e così via per i restanti undici.
Così la mattina quando scopro che mi hanno assegnato a Wiwane sono l’uomo più felice del mondo, il transect più facile e corto, quindi fattibile in un paio d’ore con la lampante possibilità di tornare a casa prima delle 16 e quindi di riuscire a mangiare a pranzo, il più delle volte si saltava o si mangiava pane in foresta, cosa che ho imparato ad odiare, perché dopo due settimane di solo pane non ce la si fa più.
I Sidi sono i primi a partire, fatto sta che alle 7:30, io, Roberto, Elisa, Giulia e Chiara eravamo già in macchina, il viaggio è tranquillo, io guido, in quanto sono l’ultimo ad arrivare e dopo aver mollato Roberto ed Elisa mi dirigo verso l’inizio del transect di Chiara e Giulia, mollate anche loro torno alla partenza del mio transect, faccio una precisazione, l’ultima ora di strada l’ho fatta in sterrato e in mezzo a monti e collinette e proprio per questo ho sbagliato strada, cosa non difficile per me in quanto mi sono perso anche a Pove.
Ritrovatomi sulla strada asfaltata ed essendomi reso conto dell’errore accelero e corro per tornare alla partenza del mio transect, ed è qui che, probabilmente, ho bucato la prima ruota.
Fatto sta che andando trovo Roberto ed Elisa per strada che avevano già finito il loro percorso e stavano cercando la macchina che avrei dovuto lasciare io.
Tirati su e arrivati finalmente a sto maledetto punto parto per la mia strada, ancora inconsapevole di aver bucato una ruota.
Arrivato alla fine e dopo aver mollato una cagata pazzesca, mi suona il cellulare, è Roberto che mi chiede di tornare indietro perché si è accorto che una ruota è a terra e non riesce a cambiarla da solo.
Io parto per tornare e dopo 45 minuti di cammino mi richiama dicendomi che la ruota è apposto perché due pastori berberi lo avevano aiutato e potevo tornare indietro perché fra dieci minuti sarebbero arrivati a prendermi.
Tornato non gli vedo, aspetto un’ora, mangio una scatoletta di tonno, passano due ore, prendo il sole, passano tre ore, mangio pane, alla quarta ora dopo che mi ero svangato totalmente le palle vedo una Kia Picanto azzurra ed esulto dalla gioia capendo che sono loro.
Il problema è che erano solo 2, Roberto ed Elisa, mi avvicino e scopro che Chiara e Giulia si erano perse nella foresta, decidiamo di andare allora di andare ad Ain Leuh, un paesetto vicino dove potevamo bere qualcosa mentre aspettavamo che le altre due ritrovassero la posizione, mentre decidiamo questo Roberto ed Elisa vengono schedati dalla Forestale.
Andando come sbruffoni per le strade male asfaltate marocchine troviamo una Citroen davanti a noi che lentamente e con perizia evita tutte le buche, noi approfittando di una curva superiamo la macchina e le suoniamo, magari mi limitassi a quello, preso dalla felicità del sorpasso tiro fuori il braccio e lo mando a fare in culo, il problema è che neanche cento metri dopo prendiamo male una buca e buchiamo.
La Citroen dietro di noi ci passa con lentezza, il tipo tira fuori il braccio e ci manda a fare in culo.
Ormai disperati, con la seconda ruota bucata, il cellulare che non prendeva sto per rassegnarmi a saltare il pranzo e a non lavarmi con l’acqua calda, infatti in albergo c’era solo acqua gelida e s e si voleva quella calda bisognava andare all’Hammam, (il bagno turco), solo che questo alle 19 chiudeva.
Inaspettatamente passa un camion con otto marocchini montati sopra e si ferma per darci una mano, fatto sta che ci gonfia la ruota e ci permette di continuare la strada fino ad Ain Leuh, seguendoci e gonfiando la ruota ogni volta che si bucava, l’ammiraglia.
Arrivati ad Ain Leuh e riusciti a metterci in contatto con i nostri compagni all’albergo aspettiamo, passa un’altra oretta poi arrivano, cambiamo la ruota e gli comunichiamo che ci dirigiamo verso l’albergo perché ne avevamo le palle piene di aspettare.
Facendo cambio quindi,  il viaggio procede tranquillo fino ad Orticoltura, dove iniziamo a sentire un odore strano, come di gomma bruciata, subito non ci facciamo caso, poi lo sentiamo più penetrante, ci fermiamo e scopriamo che abbiamo bucato la terza ruota, totalmente incazzati con il destino che non voleva farci mangiare e lavare, chiamiamo Luis e Giacomo perché ci portino una ruota di scorta e li aspettiamo.
Pazzo, pazzo, pazzo, dopo che Luis e Giacomo sono arrivati e abbiamo cambiato la ruota, Giacomo rischia di finire dentro un fosso facendo manovra, io salgo in macchina con loro e torno finalmente a casa, sono le 20 quindi l’Hammam salta inoltre al mio arrivo scopro che Giulia e Chiara hanno trovato una famiglia di pastori berberi e si sono fatte ospitare per la notte.
Questa era una tipica giornata del mio Marocco, dove ogni giorno ti perdevi in foresta e se eri fortunato tornavi a casa altrimenti dormivi con i pastori o fra le scimmie.
Certe volte la diarrea ti colpiva di sorpresa e si mascherava da scoreggia non lasciandoti scampo, com’è successo a me ad Ain Kahala sud, ma questa ve la racconterò di persona perché non rende in forma scritta.

VM

"La gaffe del mese" di Michele Sonda

Come cazzo si inizia un racconto?? …o meglio una stronzata di sto genere perché veramente a Pago ne sono successe di gran belle e nn ho molti ricordi positivi apparte aver rischiato più di una volta una badilata sui denti..SCHERZO!!…però forse la più emblematica è stata la storia del o meglio di quel marsupio ke forse nn conteneva neanche un pacchetto usato di tempo!!ma adesso la racconterò meglio e innanzitutto voglio precisare e raccomandare tutti che è meglio nn toccare oggetti nn tuoi in terra balcanica perché ogni cosa potrebbe essere un esca che ti si ritorce contro in forma di granata sul naso…bhe tutto iniziò rifacendo quella strada infinita per arrivare a quella che loro chiamavano spiaggia,un cammino infernale pieno di vetri addestrati a tagliare..arrivati nell’immenso parcheggio di macchine croate o peggio con targhe della più bassa italia, noto con avidità e ingordigia di denaro un marsupio sul bagagliaio chiuso di una opel del ’92 che per loro forse era come una serie1 da noi …il fatto è ke è stato proprio questo dettaglio a fottermi…caz ho pensato ke il tipo fosse uno della Pago per bene ma poco dopo che agguanto il marsupio no look ho compreso di sentirmi un po’ osservato e lì ho cominciato a muovermi come quando sono minacciato da vespe ke attaccano il mio panino con il salame ungherese..dalla boscaglia di macchine ho visto partire un tipo a testa veramente bassa ke urlava ma sinceramente in quel momento non ho capito nulla apparte il fatto che nn mi sembrava volesse fare amicizia con me..nn sapevo dove minchia appoggiargli quel lurido marsupio ke oltretutto pesava come il granito e metti caso lo avessi lanciato per terra e ci fosse il suo amato cellulare..anche per un preistorico 3310 mi avrebbe pestato con il pensiero allora sono riuscito a distendergli il braccio in modo assurdo tenendo l’arco oro-facciale il più distante possibile e quando è avvenuto lo scambio sono scappato come billy elliot e nn mi sono più voltato !!grazie ai cupon dello zio in poco tempo ho resettato tutto ma per quei pochi secondi ho temuto danni gravi e permanenti al mio corpo….!!!
VM

I nostri gemellaggi


Vecchie Maniere supporta ed è gemellato con i seguenti gruppi:


-BOCCHE FELPATE CREW (Mantova, Italy)
-GRUPPO ODONTO VR (Verona, Italy)
-BELLA VITA SCALIGERA (Verona, Italy)
-GIORNI VACANZIERI (Motta di Livenza (TV), Italy)
-GFP // GOITO FIATO PESANTE (Goito (MN), Italy)
-FESTAZZA STAFF (Trieste, Italy)